martedì 31 dicembre 2013

Aber - anno III - tredicesima settimana

Buon Anno!

Quello che stiamo festeggiando è, probabilmente, il nostro ultimo capodanno ugandese...sempre che nel 2014 la gente di qua non decida di festeggiarlo a ferragosto! Ora vi spiego da dove nasce questa possibilità... Quest'anno, per esempio, da queste parti abbiamo festeggiato la fine dell'anno il 27 Dicembre!
Già, è proprio così! Possiamo dire che secondo il calendario ugandese (o quanto meno secondo quello dell'ospedale di Aber)...l'ultimo giorno del 2013 è stato il 27 Dicembre! Durante una delle più partecipate e sentite riunioni dell'anno che, tradizionalmente, è quella per organizzare il veglione di San Silvestro, quest'anno si è deciso di festeggiarlo il 27 Dicembre! Ma come è possibile? Puoi decidere di anticipare o posticipare la festa per un compleanno o per un evento privato, ma non un capodanno! Questo è veramente triste! Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono, se possibile, ancora più assurde. Il 31 quest'anno cade di martedì ed essendo in mezzo alla settimana non si può fare una festa fino a tarda notte...meglio anticiparla al venerdì precedente (il 27 appunto!). Peccato non aver considerato tre questioni: la prima è che comunque il primo Gennaio è festa e quindi ci sarebbe stato comunque modo di riprendersi dalle sbornie con cui si è usi in tutto il mondo congedarsi dall'anno giunto al termine ed accogliere quello nuovo. La seconda è che siamo in un ospedale e che quindi la maggior parte del personale è impegnato comunque anzi, forse di più, il sabato mattina (perché lavorativo) che in un giorno di Public Holiday come il primo dell'anno!
La terza: la gente era ubriaca il 28 e lo sarà il 1° perché sicuramente stasera andrà (giustamente) a festeggiare da un'altra parte per unirsi alle celebrazioni del resto del mondo! Vabbé, a volte sono veramente curiosi questi ugandesi...comunque la festa è andata bene! Soliti discorsi, solita torta con tanto di razzi al posto delle candeline e dopo cena tanta musica fino al mattino successivo (anche se per noi il tutto è finito alle 8 quando ci siamo ritirati in buon ordine!). Un'altra novità di quest'anno erano le porzioni di cibo già pronte e confezionate al posto del tradizionale self-service...dal lato organizzativo sicuramente più comodo, ma per altri aspetti certamente un po' troppo consumistico (produzione di rifiuti molto maggiore e scarti maggiori perchè alcune cose non piacevano e quindi venivano buttate)...come sempre gli insegnamenti che passano più facilmente sono quelli negativi! Ma non voglio assillarvi anche in questi giorni di festa con questioni e critiche pesanti...pensiamo a festeggiare...in fondo capodanno capita una volta all'anno...anche se il giorno può non essere per tutti lo stesso!


Buon 2014...augurandovi 1000 nuove sfide e 1000 nuove proposte a cui rispondere 1000 nuovi coraggiosi sì! Come, ancora una volta durante questo tempo di Natale, Maria ci ha ricordato di fare! Per non dormire, per non desistere, per non rinchiudersi in sé stessi!

martedì 24 dicembre 2013

Aber - anno III - dodicesima settimana

Buon Natale

Natale è una presenza viva che libera.
Giovanni nella terza domenica di avvento (nel rito romano) parla dal carcere e vuole sapere se è Gesù colui che dobbiamo aspettare. Così Gesù gli manda a dire ciò che accade, Gesù manda i discepoli a riportargli i segni che vedono. Io credo che la presenza di Gesù si possa vedere da molti segni intorno a noi e, nello stesso tempo, che anche noi siamo chiamati ad essere segno della sua presenza. Tra i segni che Gesù dice di riportare a Giovanni, uno in particolare mi stupisce: “ai poveri è predicata la Buona Novella”. Questo segno è inserito in una lista di miracoli (i ciechi vedono, gli storpi camminano, i sordi sentono, i lebbrosi guariscono, i morti resuscitano). E' forse questo un segno di tale portata? È così grandioso da essere paragonato ad un miracolo? È così rivoluzionario da dimostrare la presenza di Dio tra noi?
A volte dal carcere dei nostri egoismi in cui siamo rinchiusi abbiamo bisogno di vedere questa presenza. A volte siamo noi a dover essere presenza per gli altri.
Sempre in queste domeniche riflettevo che Gesù durante la consacrazione è pane che diventa corpo: ossia è ciò che è evidente, ciò che si può toccare e vedere, è presenza nelle azioni compiamo. Poi Gesù è anche vino che diventa sangue, ossia è ciò che è dentro, è ciò che non si vede ma che da forza al corpo.
Gesù è presenza interiore, è spirito che da forza e consolazione.
Allora in questo terzo Natale africano chiedo di sentire sempre la presenza viva di Gesù intorno a me, così importante per avere la pace e la serenità del cuore; chiedo di poter crescere nelle azioni che compio e nelle motivazioni che stanno dietro queste azioni per poter essere presenza viva per gli altri...ogni giorno e non solo il 25 Dicembre.
E a proposito di presenze vive e importanti...grazie per la vostra costante presenza che sentiamo veramente vicino e che ci sta accompagnando e sostenendo in questa nostra esperienza.
Buon Natale!   

mercoledì 18 dicembre 2013

Aber - anno III - undicesima settimana

Mzungu friends
Settimana scorsa è stata allietata dalla presenza di 3 mzungu: Alessandro, Stefania e Emma. Alessandro fa parte di ISF (Informatici Senza Frontiere). ISF collabora spesso con il CUAMM per quanto riguarda la parte informatica dei progetti. Ale era già stato qui un paio di mesi fa ma ora è tornato accompagnato da Stefania ed Emma. Proprio la presenza di Emma è stato un diversivo molto apprezzato da Francesco e Samuel. Emma infatti ha 3 anni e mezzo ed è quindi stata una perfetta compagna di giochi per i due teppisti. Passati giusto i 10 secondi di imbarazzo da entrambe le parti, si sono rotti gli indugi e hanno avuto inizio i giochi. E’ stato bello vedere come il Franci e il Samu facevano gli onori di casa cercando di accogliere a loro modo la nuova amica. In 10 minuti la povera Emma si è ritrovata ricoperta di giocattoli, ma devo dire che anche lei se l’è cavata bene nel tenere a bada “il mignolo col prof.” (come li aveva soprannominati la Michela).  Sono stati 5/6 giorni molto intensi, era un continuo: “Quando viene Emma?”, “dov’è Emma?”, “va già a casa Emma?”. Era proprio bello vederli giocare insieme e sicuramente il poter stare con bambini mzungu arricchisce ulteriormente l’esperienza già ricca che il Franci e il Samu stanno facendo qui. Da una parte infatti hanno la possibilità di trascorrere molto tempo con i bimbi di qua che parlano un’altra lingua e hanno abitudini diverse sviluppando così capacità di adattamento ( e a volte di autodifesa!) che saranno utili in futuro; dall’altra, quando hanno la possibilità di stare con coetanei con cui poter parlare e discutere, certamente hanno l’occasione di imparare a gestire alcune dinamiche di gioco e/o conflitto in maniera diversa. Grazie Emma per averci fatto divertire e aver giocato con noi.

Cogliamo l’occasione di questo post per salutare Bruno e Giovanni che proprio questa mattina sono ripartiti per tornare in Italia. Con Bruno abbiamo condiviso un anno e mezzo della nostra esperienza…a volte trovandoci in disaccordo su alcune posizioni ma la maggior parte delle volte riuscendo a collaborare o semplicemente a sostenerci a vicenda.  Grazie Bruno. Con Giovanni è stato invece un periodo più breve ma decisamente intenso. Forse per la vicinanza fisica (è stato infatti insolito ospite maschile nella “casa delle ragazze”) , forse per la sua propensione a stare coi bambini (infatti è neonatologo) abbiamo avuto la possibilità di trascorrere tanto tempo insieme e, spesso, di sbolognargli proprio le pesti. Grazie Giovanni.

giovedì 12 dicembre 2013

Aber - anno III - decima settimana

Strade d’Uganda

Sabato scorso abbiamo avuto un incontro come commissione giustizia e pace in cui abbiamo invitato per un confronto gli LC1. I Local Counselors 1 sono gli amministratori locali a livello di villaggio. Nella cappella di Atapara ci sono 9 villaggi con altrettanti LC1. Il tema dell’incontro era “le strade”. Come forse già condividevo in passato mi aveva sorpreso la scelta della gente di scegliere le strade come priorità assoluta di cui discutere e come problema maggiore a cui dare una risposta. Prima ancora del problema legato alla sanità o di quello legato all'istruzione, le persone sentono come urgenza quella di riparare le strade. Effettivamente è comprensibile dato che anche se hai il miglior ospedale del mondo o Cambridge University ma non li puoi raggiungere, te ne fai ben poco. Inoltre il numero elevatissimo di incidenti è una piaga che affligge l’intera popolazione e sono spesso dovuti, oltre che alle condizioni indicibili dei veicoli, anche alla situazione delle strade che, soprattutto nella stagione delle piogge, è talmente critica da lasciare isolati interi villaggi.  La gestione generale delle strade, qui in Uganda, è affidata alla URNA (Ugandan Roads National Authority). A livello locale però la competenza è delegata ad autorità di livello sempre inferiore fino ad arrivare ai villaggi in cui è LC1 e la gente comune a doversene prendere cura. La rete stradale si articola cioè in arterie (o capillari vista la dimensione!) di diverso ordine e grado. Purtroppo però quando ci sono più responsabili coinvolti non si capisce mai bene di chi è la colpa e diventa molto facile rimbalzarsi la patata bollente non arrivando mai ad una conclusione e ad una soluzione del problema. Tutto questo fa ricadere il problema sull'anello più debole della catena e su chi è costretto a convivere con il problema quotidianamente e che, per forza di cose, deve trovare una soluzione non potendo aspettare che i grandi capi prendano decisioni concrete (questo avviene solo nel periodo delle elezioni). Un’altra possibilità è che ci sia qualche evento che coinvolga delle persone altolocate. Sia un matrimonio o un funerale che si tiene nel villaggio di origine del politico di turno, la strada per gli ospiti deve essere in ordine e così, magicamente, si trovano i fondi per inviare una ruspa per appiattire e livellare il fondo stradale.  
Nella normalità però la manutenzione non è molto curata (e questo purtroppo è un problema gestionale molto diffuso anche in ospedale, in asilo e ovunque) e quindi, la condizione delle strade peggiora ad ogni pioggia.
Inoltre la situazione è anche avvallata da qualcuno che ha pensato di farla diventare un business e che non ha quindi nessun interesse nel cambiarla e migliorarla: le attività nate intorno a questa inaspettata risorsa sono quelle di “carroattrezzi umani” e di “fabbricanti di ponti levatoi”. La prima è più saltuaria, la seconda sistematica. Se per caso ti capita di impantanarti lungo una strada che sembra deserta, all'improvviso ti ritroverai circondato da omaccioni con ormai una comprovata esperienza nella rimozione di mezzi dal fango. Soprattutto se il malcapitato è un muzungu (per definizione un ricco) vedrai fare a gara per chi arriva prima e per chi si sporca di più in modo da poter poi avanzare una richiesta per una mancia maggiore. Nel secondo caso invece, non appena si forma una buca insormontabile per un qualunque mezzo di trasporto non attrezzato per la navigazione, si costituisce un’impresa edile che monta e smonta ponti in legno in men che non si dica! Il trucco sta proprio lì: si lascia la buca aperta finché non si vede arrivare una macchina da lontano, si accorre con tutto il necessario per improvvisare un ponte sopra il cratere in questione, si chiede il pedaggio. Se ti capita di fare avanti e indietro dallo stesso punto, il pagamento è doppio!

Per tutti questi motivi la situazione non è facile da risolvere e la gente continua ad avere disagi notevoli per gli spostamenti. La nostra riunione non ambiva certo alla risoluzione immediata della questione però iniziare un confronto e un dialogo che porti la gente a prendere coscienza di quello che è anche un loro diritto, è certamente un inizio. Lo step successivo sarà coinvolgere qualcuno più in alto (LC3, UNRA) per capire meglio chi deve fare cosa e con quali fondi. Insomma l’ideale sarebbe arrivare a trattare il problema delle strade non come uno spot elettorale o come un interesse del singolo ma piuttosto come prassi che porti ad una regolare manutenzione e gestione considerando quelle che sono le reali risorse e i mezzi a disposizione.

domenica 8 dicembre 2013

Aber - anno III - nove settimane e mezzo

Graduation: il video
Questo special post solo per condividere con voi il video della Graduation dell'asilo. Scusate il ritardo!
Potete scaricarlo clickando su: QUI

giovedì 5 dicembre 2013

Aber - anno III - nona settimana

Graduation

Qui in Uganda, fine Novembre è periodo di graduations…essendo la fine dell’anno scolastico, tutte le scuole si organizzano per festeggiare degnamente gli studenti che stanno per terminare un determinato corso di studi. Indipendentemente dal genere e dal grado, tutte le scuole danno particolare importanza a questo momento almeno per tre motivi:
  1. 1   Per festeggiare i neo diplomati
  2. 2   Per far vedere e sentire la “qualità” della scuola (la festa più pomposa è anche garanzia del miglior livello accademico)
  3. 3   Semplicemente perché è una festa e in quanto tale deve essere esagerata!

Così, come già accennavo in un precedente blog, anche noi ci siamo trovati coinvolti nella preparazione e nella realizzazione della festa per la graduation dell’asilo del Franci. Ormai sapete che per gli Ugandesi il futuro, anche il più prossimo, non esiste o, quanto meno, non gli si da peso. Eppure l’head teacher aveva messo questa festa come ordine del giorno di una riunione tenutasi più di tre mesi fa. Questo episodio mi aveva già messo in allerta. Poi, nel periodo successivo, i segnali della sproporzione che la questione stava assumendo si sono fatti sempre più chiari: si parlava di una banda che avrebbe dovuto fare una sfilata per più di 3 km, si ipotizzava un budget per la festa di 2 milioni di scellini (lo stipendio di un insegnante dell’asilo è di 100000 scellini al mese e spesso fanno fatica a pagarli), si ventilava di invitare l’ LC5 (è come se noi invitassimo ad una nostra festa di fine anno il presidente della regione!). Nella mia persistente ingenuità di mzungu pensavo che alla prima riunione dei genitori, il tutto sarebbe stato ridimensionato (soprattutto per il costo previsto) e invece no. Tutti hanno accolto con grande entusiasmo il programma della festa.
Per quanto ci riguarda, siamo stati fortunati perche’ tutto sommato il carico di lavoro che ci e’ toccato non e’ stato esagerato. Ero incaricato del video coverage, delle torte (degnamente coadiuvato dalla Mari) e della realizzazione grafica dei certificati.
Non voglio aggiungere altro…credo che le immagini e i suoni che troverete nel video possano farvi calare molto bene nell’atmosfera che si respirava più di quanto possa fare io con molte parole.

PS: sfortunatamente, per la lentezza di internet e per la nostra attuale permanenza a Kampala, non siamo riusciti a caricare in tempo il filmato. Sara’ comunque a breve disponibile.